amore

Sentire “le farfalle nello stomaco” o, per dirlo con le parole di Coez, “una scuola di danza nello stomaco”, è una delle sensazioni più strane e belle che si possano provare, soprattutto durante l’adolescenza, quando tutti i sentimenti sono amplificati e “prima volta” è la parola d’ordine. Il momento in cui si inizia a capire che qualcuno ci piace ci coglie di sorpresa, ma allo stesso tempo rende euforici; iniziamo così a struggerci, a scrivere il suo nome sul diario e a fantasticare su di lui o lei…

Le prime cotte e i primi amori ricambiati sono spesso indimenticabili perché travolgenti, passionali, perché si vivono senza filtri: le ore trascorse davanti allo smartphone scambiandosi messaggi, i sospiri pensando al fidanzato, l’ansia e la paura ma anche la felicità del primo bacio, le coccole, le prime esperienze insieme alla persona amata sono tutti piccoli ma grandi momenti che rendono felici i ragazzi e le ragazze e che regalano loro attimi di gioia incontrollata.

La fine di una relazione o un “no” può essere a volte devastante, proprio perché le insicurezze legate all’età e la passione incontrollata che si riesce a provare (quasi) solo da adolescenti ci fanno credere che non sia possibile andare avanti senza la persona che portiamo nel nostro cuore. La letteratura, dopotutto, è piena di amori tragici tra adolescenti, da Tristano e Isotta a Romeo e Giulietta, fino al Werther di Goethe. Noi non viviamo però in una tragedia shakespeariana e ciò che è sempre importante ricordare è che prima o poi dalla fine di un amore ci si riprende. Troveremo sicuramente qualcun altro da amare, da sognare la notte, a cui dedicare CD e dichiarazioni d’amore.

L’amore adolescenziale è così: potente, travolgente, effimero, ma mai banale. Tra le nostre mille insicurezze e i sogni, ogni amore giovanile merita di essere vissuto, ma, poi, quando è il momento, di essere archiviato. Lasciarsi andare alla gioia e poi piangere fino allo sfinimento per poi rialzarsi è ciò che ci fortifica, che ci insegna ad affrontare la vita da adulti. E un giorno, finiremo per ringraziare anche l’ex peggiore che abbiamo mai avuto per averci reso le persone che saremo.