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Categoria: Oratorio
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Questo articolo è del 25 luglio, due giorni dopo la fine del campo ADS della fascia seconda e terza media, e lo scrivo oggi poiché i ricordi, le emozioni sono ancora caldi nella mente di tutti noi ragazzi.

Il campo ha avuto luogo nella casa salesiana di Righio (sulla Sila) dal 20 al 23 luglio.

Il 20 mattina siamo partiti carichi di valigie e soprattutto di aspettative, specialmente per tutti coloro che erano alla loro prima esperienza di un campo ADS, essendo catapultati in un contesto totalmente nuovo.

Sin dal primo giorno ci siamo sentiti subito a casa e questo lo dobbiamo agli animatori, che ci hanno aiutato ad ambientarci e a conoscerci, alle mamme che ci hanno “sfamato” con piatti veramente deliziosi ma soprattutto a Don Donato, il quale è stato per tutti noi una guida spirituale, ma anche un “amico aggiuntivo” con il quale ridere, scherzare e confidarsi.

La figura centrale del campo è stato Davide, figlio di Iesse e futuro re di Israele. Il segno che ci ha accompagnato durante tutto il campo è stato uno “scavo archeologico”, che simboleggiava la ricerca della nostra interiorità in vista dell’incontro e del confronto con gli altri, e nel quale – al termine di ogni attività – veniva rinvenuta una parola chiave e un oggetto relativi all’attività stessa.

Il tema del primo giorno è stato la nostra unicità, che ci contraddistingue uno dall’altro in un mondo nel quale si tende ad avere un omologazione di massa, stessi vestiti, stessi gusti… e il vasetto datoci appena arrivati si è arricchito di una etichetta con il nostro nome per renderlo diverso e unico rispetto a tutti gli altri.

Il secondo giorno è stato caratterizzato da diversi temi, come la determinazione, i legami e l’essere una missione per la vita degli altri, e proprio per questo abbiamo colorato il tappo di un colore che rappresentava una missione di vita (i colori erano ispirati da “Braccialetti Rossi. Il Mondo Giallo”).

Il terzo giorno è stato caratterizzato dal prendere le nostre responsabilità e dalla salita al monte, un’attività che ci ha aiutati a rafforzare lo spirito e che si è conclusa con la veglia e infine abbiamo riempito di terra il nostro vasetto.

Il tema conclusivo di questo campo è stato il progetto, poiché questo campo è stato l’inizio di un cammino per cominciare a capire chi siamo veramente e cosa dovremo fare per la vita degli altri.

Proprio per questo abbiamo messo nel vasetto delle pepite, simbolo di ciò che di prezioso possiamo trovare in noi solo scavando a fondo nella terra e solo donandoci per la vita degli altri.

Vorrei concludere sottolineando la reale importanza di questo campo: siamo stati chiamati a staccarci dalle nostre zone di comfort quotidiano, ci siamo trovati davanti ad esperienze di vita nuove – a tratti complesse -, abbiamo compreso che il peso delle difficoltà si alleggerisce se lo condividiamo con chi ci sta accanto, ma soprattutto abbiamo iniziato i lavori per un profondo scavo archeologico in noi stessi!


Mario Parmentola

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