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Il carnevale è una festività legata sia alla tradizione salesiana che a quella lucana. Per quanto riguarda l'oratorio, la tipica allegria del carnevale è di casa: lo si può evincere dalla frase che Don Bosco rivolge a tutti noi “La santità consiste nello stare sempre allegri”. Questo pensiero è ancora più significativo e necessario nell’anno dedicato alla santità giovanile, sotto lo slogan “Puoi esser santo #lìdovesei”. Restando in tema di allegria, protagonista sarebbe probabilmente ''ALLEGRA'', la maschera creata nel 2017, con lo scopo di essere verosimile sia al maschile che al femminile, simpatica e positivamente irrequieta, sollecita nel coinvolgimento degli altri, stimolante al bene e al meglio, avversaria dell’indifferenza e nemica della cattiveria e del bullismo. Tutto il variegato carnevale della tradizione tipico della nostra regione, molto diverso da paese a paese, è legato dal denominatore comune dell’allegria. Ogni paese della Basilicata ha il suo carnevale antico ed unico, ma i più noti sono:

- I Cucibocca di Montescaglioso;

- I Campanacci di San Mauro Forte;

- L’mash-k-r di Tricarico;

- Il Domino di Lavello;

- Le Maschere Cornute di Aliano;

- Il Rumita di Satriano;

- L’Orso di Teana.

Tra queste, quelle che ci hanno maggiormente colpito sono state: I Campanacci di San Mauro Forte e l’mash-k-r di Tricarico.

I CAMPANACCI DI SAN MAURO FORTE

Anche quest’anno, si festeggia il carnevale con una sfilata di suonatori di campanacci che percorrono le vie del paese. I campanacci più lunghi sono detti di sesso maschile, mentre quelli più larghi di sesso femminile. La festa di antiche origini, legata al culto di Sant’Antonio Abate, ha significato scaramantico e propiziatorio di sollievo dai malanni e di abbondanza dei raccolti. La chiusura del carnevale si celebra con il funerale e il lamento funebre del fantoccio bruciato in piazza.

L'MASH-K-R DI TRICARICO

Le Maschere di Tricarico, “l’Mash-kr” in dialetto locale, personificano il “toro” e la “mucca”. Un cappello a falda larga coperto da un foulard e da un velo, entrambi bianchi, decorato con lunghi nastri multicolori che scendono lungo le caviglie, per la “mucca”. Un copricapo nero addobbato con lunghi nastri rossi per il “toro”. Alle prime luci dell’alba un suono cupo e assordante sveglia la popolazione dalla notte: sono i campanacci agitati da figuranti travestiti che annunciano l’inizio delle celebrazioni del carnevale. Le maschere governate da un “massaro” o da un “vaccaro” raggiungono la chiesa di Sant’Antonio Abate e da qui il viaggio prosegue per il centro storico e le strade del paese, in un corteo che rievoca la migrazione stagionale di mandrie di animali.

In conclusione, cari lettori, il carnevale è una ricorrenza che porta allegria ed è bello festeggiare, poichè unisce la tradizione cristiana con quella lucana. Noi ragazzi dell'oratorio Salesiano di Potenza, festeggeremo in una sfilata in maschera domenica 23 febbraio, alla quale siete tutti invitati.

''La gioia è assai contagiosa. Cercate, perciò, di essere sempre traboccanti di gioia dovunque andiate.'' (Madre Teresa di Calcutta)

 

Mario Parmentola e Giovanni Larocca