Qualche giorno prima della chiusura forzata della redazione, abbiamo sottoposto a una delle nostre interviste anche il coordinatore del giornalino, Antonio Ruoti, per sapere qualcosa di più su “Stoffa di Santità”, un inno speciale a Domenico Savio nell’anno che l’ispettoria IME ha dedicato alla santità giovanile.
Antonio è una persona molto umile che si cimenta in qualsiasi attività gli venga proposta, come è stato anche nel caso della scrittura della canzone “Stoffa di Santità”.
Tutto è cominciato quest’estate a Righio (Sila) per un campo biblico: dopo aver ricevuto dall’ispettore don Angelo Santorsola la richiesta di comporre un inno per quest’anno della santità giovanile, Antonio accetta la sfida, buttandosi – dice lui – in un’avventura del tutto nuova, siccome non si era mai cimentato nella stesura di un testo musicale ma solo nella scrittura di semplici poesie e racconti.
Antonio ci tiene a sottolineare che la preghiera e la meditazione hanno giocato un ruolo fondamentale nella composizione: gli hanno permesso, in poco tempo, di trovare le parole più adatte.
Antonio, ragazzo cresciuto e formato in oratorio, ci parla anche della sua esperienza personale con Domenico Savio. Ci racconta infatti che ha “conosciuto” Domenico circa sette anni fa, quando con i ragazzi del gruppo ADS (Amici di Domenico Savio) si impegnò – con una promessa – a seguire l’esempio del giovane santo nella vita di tutti i giorni, sia dentro che fuori dall’oratorio.
Negli ultimi due anni Antonio ha avuto modo di rafforzare questo rapporto approfondendo e studiando la figura di Domenico Savio ma soprattutto cercando di guardare a Domenico e alla sua esperienza di vita per affrontare tutte le sfide della vita di un adolescente.
“Stoffa di Santità” parla proprio di questo: nella prima strofa ripercorre le tappe fondamentali del percorso di Domenico Savio verso la santità, evidenziandone alcuni aspetti cardinali, come l’incontro con don Bosco e la visione della scritta “Da mihi animas caetera tolle” (“Dammi le anime e toglimi il resto”); nelle altre strofe Antonio prova a raccontare la sua esperienza (che può essere condivisa da altri giovani come lui), l’impatto di Domenico nella sua vita.
Secondo Antonio conoscere l’esempio e la storia di Domenico apre il cuore ad alcuni segreti che hanno fatto Domenico santo: l’umiltà, la purezza, la disponibilità al servizio, la capacità di intuire che il Paradiso non è una semplice meta a cui tendere ed aspirare ma un mondo da costruire tutti i giorni, giorno dopo giorno.
Che cosa vuole lasciare Antonio con l’inno “Stoffa di Santità”? Vuole esprimere gioia (sottolinea come anche il ritmo dell’inno ispira gioia e allegria), trasmettere fiducia in Dio, esortare ad aprire le porte del cuore e della propria vita alla Grazia di Dio, alimentare il desiderio di santità – soprattutto in quest’anno speciale, dedicato alla santità giovanile.
Essere come Domenico Savio, seguire la sua “ricetta” per la felicità, per essere santo #lìdovesei.
Christian Calcagno
Mariadomenica Cioffredi