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Categoria: Oratorio
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Di seguito, l'intervista fatta da parte dei giornalisti de La Goccia Junior all'ispettore don Pasquale Cristiani durante la visita ispettoriale alla casa salesiana di Potenza avvenuta dal 2 al 4 aprile 2016.

 

1) Quali emozioni prova quando viene in questa comunità?

Più che emozione, è cercare il cammino che la comunità fa e, dove necessario, soprattutto dalle sollecitazioni che vengono dal Rettor Maggiore, dal magistero salesiano oltre che dalla Chiesa, cercare di stimolare ulteriormente la comunità. Quindi più emozione è toccare con mano la realtà che vive intensamente il carisma di don Bosco. Poi, quando si vivono le celebrazioni, ci si  accorge se è una cosa del momento o uno stile. Io mi sono accorto che è uno stile nel servizio, nella preparazione, nella partecipazione e nella presenza attiva.

2) Quale differenza sostanziale ha trovato tra il nostro oratorio e quello degli altri?

Differenze sostanziali non ce ne sono perchè in genere i nostri oratori del meridione sono popolari e popolosi. Invece il problema è sul centro giovanile in quanto in tutti gli oratori il centro giovanile è la presenza degli animatori. Altre realtà sono molto poche, tipo il CGS o altri gruppi musuicali, culturali o di animazione. Quindi più che differenza, vedo che siamo un po' allineati anche perchè la pastorale giovanile sta facendo questo compito di sinergia, di conduzione insieme anche dando delle provocazioni nuove, formazione negli incontri e nelle esperienze che l'Ispettoria propone proprio tramite la pastorale giovanile.

3) Cosa ne pensa delle nuove generazoni di ragazzi che utilizzano molto la tecnologia?

Io credo che dobbiamo utilizzarla. Il problema difficile è educare ad usare questi mezzi. Non è solo dei ragazzi o dei preadolescenti ma anche della gente adulta. Diventa una droga. Anche i media possono portare fuori dallo stile di vita, dalla capacità di vivere. L'oratorio virtuale è bello però, se non c'è l'incontro dove intercetti lo sguardo dell'altro e quindi comprendi che cosa ti sta chiedendo, di cosa ha bisogno, allora resta solo un fatto virtuale e questo può diventare pericoloso. Oggi su internet fai subito, altro che i libri, ma guai a non essere educato a questi mezzi. C'è gente che sta sempre a chattare, anche quando mangia a casa o quando sta con gli amici. Allora il nostro compito è educare all'utilizzo di questi mezzi.

4) Quale consiglio può dare a noi ragazzi del giornalino affinchè possiamo migliorare questa iniziativa?

Io penso che dovete intercettare i bisogni della vostra città. I ragazzi di Potenza quali interrogativi pongono? Innanzitutto intercettare ed avere questa conoscenza; poi, al di là di questa conoscenza, proporre qualcosa di culturale, o a livello di relazione, e quindi scommettere. Anche partendo da questi problemi di emarginazione, come possono essere questi immigrati che non hanno riferimenti. Dare il servizio, inserirli, non dobbiamo avere paura. L'oratorio di sua natura è missionario ed è per uscire fuori. Se veramente il bene è bene, fa bene anche a noi. Se è vero bene, io sento il bisogno di contagiare.

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