amanda

Avete mai sentito parlare di cyberbullismo?

Sono chiamati così tutti quegli atti di bullismo e molestia che vengono compiuti utilizzando i nuovi mezzi di comunicazione; ed essere vittime di questo tipo di violenza significa rimanere intrappolati in situazioni che possono far molta paura e dalle quali spesso non si sa bene come uscire, per questo bisogna prestare molta attenzione quando “cyber-comunichiamo". Ma allora forse bisogna smettere di utilizzare internet e telefono per comunicare e divertirci con i nostri amici? A questo proposito vi spieghiamo meglio in cosa consiste il fenomeno del cyberbullismo. Esistono varie tipologie di atti che rientrano nella definizione di cyberbullismo: un esempio che si verifica sempre più di frequente è l’invio di messaggi, via internet o cellulare, dal contenuto volgare, violento, offensivo o denigratorio. A volte si può trattare di un banale scherzo di un amico, ma altre volte lo scherzo è troppo pesante per riderci su. È importante segnalare il problema, o anche solo un dubbio, a qualcuno più grande che ci può aiutare. Fanno parte del cyberbullismo , anche la pubblicazione di informazioni private come dati che svelano molto su di noi, sulla nostra identità. Lo stesso vale per i video e le foto che ritraggono noi stessi o i nostri amici le quali potrebbero farci star male. Tutto questo insieme di informazioni, una volta messo on line, è difficilmente controllabile. Chiunque può venire a conoscenza di quelle informazioni, impossessarsene ed utilizzarle, eventualmente, per molestarvi o minacciarvi.

Un esempio di cyberbullismo è la storia di Amanda Todd, una ragazza di 15 anni che si è tolta la vita a causa di una semplice videochiamata con degli sconosciuti. Tutto iniziò quando lei faceva la seconda media. Insieme ai suoi amici fece una videochiamata e conobbe un signore che iniziò a riempirla di complimenti. Amanda fu spinta ad inviargli una foto del suo seno nudo. L’uomo, dopo averla sfruttata in questo modo, minacciò di rendere pubblica la foto compromettente a chiunque conoscesse Amanda a meno che lei non si fosse sottomessa a quello che lui le chiedeva. Amanda non accettò e purtroppo la sua foto iniziò a circolare ovunque.
Amanda, sommersa da vergogna e delusione, cominciò la sua discesa nella depressione e la situazione degenerò sempre di più quando i suoi compagni di scuola iniziarono a giudicarla.
A nulla servì cambiare città due volte, la cattiva fama la perseguitò e lei tentò il suicidio due volte.

Nemmeno di fronte al suo tentativo di farla finita bevendo candeggina, dopo un estremo salvataggio con una corsa disperata al pronto soccorso e una lavanda gastrica, il web si fermò nell'istigarla a farla finita definitivamente. Sotto antidepressivi, in cura da psicologi, Amanda a 15 anni era una persona finita. Lo annunciò nell’unico modo che conosceva, tramite Youtube con un video doloroso in cui, attraverso fogli scritti a mano, raccontò la sua storia.

Amanda si tolse la vita il 10 Ottobre 2012. Delle modalità del suo suicidio non si sa nulla.

Il web, dopo questo tragico evento, si trasforma e cambia improvvisamente la sua idea su Amanda. Chi prima la giudicava, ora sostituisce con migliaia di messaggi di condoglianze e dolore. Il video di Amanda diventa “virale” nel mondo del web. Se tutto questo “amore” e quest’attenzione fossero venuti fuori prima, forse Amanda sarebbe ancora viva.

Si può arrivare a tutto questo? Secondo noi NO! STOP al cyberbullismo.

 

 

Ilaria Salviulo