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Antonio Riboldi è stato un vescovo cattolico italiano noto per il suo impegno a favore della legalità e giustizia, messo in pratica negli anni del suo ministero pastorale vissuto prima come parroco e poi come vescovo.

Nominato vescovo il 25 gennaio 1978 da Papa Paolo XI, Antonio Riboldi fa il suo ingresso in diocesi il 9 aprile dello stesso anno. “Sede vacante da 12 anni, ad Acerra c’è da rianimare la vita ecclesiale e da sostenere l’intera comunità tra le problematiche di un momento che richiede la difesa della dignità della persona”, ricorda la nota della Curia. “Attento fin dal primo momento alla vita e ai problemi di ogni giorno delle persone, l’azione più impegnativa per complessità e per durata è il contrasto alla camorra”. Storica la marcia che negli anni 80 porta migliaia di studenti ad Ottaviano, città del capo indiscusso Raffaele Cutolo. “Meglio ammazzato che scappato dalla camorra”, disse di sé, ricordando la risposta della mamma al suo timore quando viveva sotto scorta: “In quel momento – ha dichiarato il presule in occasione dei suoi 90 anni celebrati nel 2013 nel Duomo di Acerra – mi sono sentito veramente di essere un vescovo, e ho capito cosa significava essere un prelato che deve amare la gente anche se non ricambiato, amare la Chiesa anche se non tutti ti capiscono”. 

Don Antonio Riboldi viene ricordato non solo come un prete; ma anche come un uomo coraggioso.

Don Antonio Riboldi nasce a Tregasio e muore il 10 dicembre 2017 ma le sue idee e le sue azioni rimarranno nella mente e nel cuore di tutti.