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È presente ormai a tutte le edizioni dei TG, gestisce con la sua squadra la campagna vaccinale più significativa della storia delnostro paese, ed ha attirato l’attenzione di tutti con la placca di “nastrini” sulla sua divisa (si contano almeno 29 onorificenze!). Èovviamente il generale Francesco Paolo Figliuolo, oggi commissario straordinario per l'emergenza Covid-19, che quei “nastrini” se li è conquistati con una lunga e preziosissima carriera nell’Esercito Italiano. Con l’aiuto della sorella Anna, abbiamo ripercorso alcune tappe fondamentali della sua vita per cercare di scoprire gli ingredienti, sotto il profilo umano e professionale, che gli hanno consentito di arrivare lì dov’è ora.

Il generale è nato a Potenza, l’11 luglio del 1961. “Abbiamo vissuto poco tempo insieme – racconta Anna – siccome lui è andato via abbastanza presto (a 18 anni), quindi alcuni ricordi che abbiamo insieme sono leggermente sfumati. Ho un bel ricordo della nostra infanzia, eravamo molto uniti, e io in particolare, la più impavida, mi divertivo a fare scherzi ai miei fratelli. Lui era un gran giocherellone, amava leggere i fumetti”. Tra l’altro Anna ci riferisce anche che il fratello “da ragazzo frequentava spesso l’oratorio dei Salesiani per giocare con i suoi amici del quartiere” (la foto infatti lo ritrae davanti la chiesa di don Bosco proprio con il suo gruppo di amici). Dopo aver concluso gli studi al liceo classico (“era molto studioso, aveva una grande passione per la lettura e lo sport, soprattutto nuoto e sci, di cui è istruttore”), Francesco ha deciso di iscriversi all’Accademia Militare. Anna sottolinea: “Non è una passione che ha avuto sin da piccolo, ma un’idea che ha maturato gradualmente. Papà era sottoufficiale dell’esercito e sicuramente l’ha guidato in questa sceltama allo stesso tempo più volte gli ha sottolineato la difficoltà del percorso militare, quando mio fratello gli manifestava l’intenzione di intraprendere quella strada. Ma alla fine ci è riuscito.

Eccome se ci è riuscito! Dopo l’Accademia Militare ha conseguito ben tre lauree: una in Scienze Politiche presso l’Università di Salerno; una in Scienze Strategiche e relativo Master di 2° livello presso l’Università di Torino; un’altra in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso l’Università di Trieste. “Se dovessi descrivere mio fratello con tre parole direi ‘umile, determinato, lavoratore’. Sono questi gli ingredienti che gli hanno permesso di arrivare così in alto, insieme alla sua generosità, al suo essere carismatico, alla sua altissima dedizione al dovere. Ha fatto tanti sacrifici e ha avuto sempre la giusta dose di fortunaUn aspetto che di Francesco ammiro tanto, e che in famiglia ci rende tanto orgogliosi di lui, è l’umanità con cui ha sempre trattato tutti nell’esercito, soprattutto i più giovani, avvicinandosi a loro con semplicità e quasi come se fossero suoi figli. Tutto l’affetto che ha dato gli è sempre stato ricambiato.

Da qualche anno a questa parte, il generale Figliuolo vive a Torino con la moglie Enza ed ha due figli, Salvatore e Federico. Tra i tanti incarichi ricoperti ricordiamo, fino al 5 novembre 2018, quello di Capo Ufficio Generale del Capo di Stato Maggiore della Difesa, e, dal 7 novembre 2018, quello di Comandante Logistico dell’Esercito: da lui dipendono l’ospedale del Celio a Roma e la Sanità Militare, perciò è già da tempo inserito nell’ambiente sanitario.

Il 1 marzo 2021 ha ricevuto dal presidente del consiglio Mario Draghi la nomina a commissario straordinario per l’emergenza Covid-19. “Non abbiamo appreso la notizia direttamente da lui, ma tramite alcuni amici di famiglia e ovviamente in tv. Ci è praticamente piombata addosso dal nulla, e l’abbiamo accolta con grande emozione, certo con qualche preoccupazione, ma contanto tanto orgoglio. Ora è al servizio di tutti noi, e sa perfettamente che da solo non può riuscire in un compito così difficile; è molto credente e quindi spera di essere guidato e illuminato dal Signore. A noi familiari, infatti, ha chiesto solo una preghiera per lui. Ci auguriamo che possa aiutarci, come lui può, ad uscire al più presto da questa triste parentesi di storia”.  

federica

Prendi un oggetto di quando eri piccolino, toccalo, accarezzalo e mentre affiorano i ricordi comincia a raccontare

RICORDI?

I ricordi per me sono la cosa più importante, perché non ha senso una vita senza memoria...

Quando ero piccola mio nonno mi regalò un peluche che ancora oggi conservo con tanto affetto. Ora che lui non c'è più quando lo vedo, lo stringo forte al petto e mi vengono in mente tutti i nostri momenti nostalgici passati insieme.

Ricordo ancora la sua voce quando giocavamo, le risate e i suoi abbracci che sapevano avvolgerti di immenso affetto!

Il ricordo più bello che ho con lui è quando ci trovavamo in spiaggia e,  mentre lui era sdraiato, gli buttai un secchiello pieno di acqua fredda. Quando realizzò quello che era appena successo si mise a ridere senza sosta.

Questo peluche per me è un suo ricordo che, nonostante ci abbia lasciato, mi permetterà di sentirlo nel mio cuore.

Federica Lamorte

Risultati immagini per famiglia

C'era una volta una famiglia che andava molto d'accordo.

Un giorno il figlio maggiore litigò con sua sorella; il fratello decise di andarsene e visse molte avventure ,alcune delle quali molto brutte. Un giorno si perse in un bosco durante un'allerta lupi, infine però riuscì ad uscire, dolorante da quel paurossisimo bosco. Dopo 1 anno di vagabondaggio si rese conto che la famiglia era la cosa piu importante al mondo e che da quando se n'era andato erano successe solo cose brutte,e che quel litigio con la sorella non era servito a niente.Si avviò quindi verso casa però si accorse che non sapeva piu la strada. Passarono tanti giorni finchè ritrovò la strada di casa. Una volta a casa vide i suoi genitori e la sorella, che lo attendevano: non avevano mai semsso di cercarlo da quando se ne era andato.

Appena li vide li salutò e andò ad abbraciare la sorella e si scusò, e tornarono a essere una famiglia felice. 

Questa storia ci fa capire che la famiglia non ti abbandona mai anche nei momenti piu difficili e spesso lontano dalla famiglia ti senti solo e perso, senza un punto di riferimento.

 

Simone Giraldi

Francesco Romano

Valeria Bochicchio

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"La vita rimane la cosa più bella che ho" è la frase della canzone di Nek che oggi abbiamo ascoltato durante l'incontro settimanale de La Goccia Junior e ci ha fatto riflettere sul suo significato e sull'importanza delle sue parole.

Noi con questo articolo vogliamo immedesimare coloro che leggono all'interno della canzone e nelle emozioni che noi ragazzi abbiamo provato. Infatti, dopo averla sentita abbiamo riflettuto su quanto possiamo essere fortunate a differenza di altre persone, anche della nostra età, che soffrono e non riescono ad apprezzare le piccole cose che la vita ci offre.

Io, Federica, penso che bisogna godersi al massimo la propria vita, perchè prima o poi finisce. La canzone,secondo me, ci induce a capire che anche i piccoli gesti quotidiani, sono molto importanti e che non bisogna sottovalutarli, perchè anche ogni minima cosa  può rendere felice qualcun altro. 
Per me,Valeria, questa canzone ci fa riflettere su avvenimenti che nella routine non riusciamo a guardare con i giusti occhi dato che veniamo travolti da altro e questi momenti ci servono a pensare a tutte le cose belle che la vita ci dona ogni giorno.
Questa canzone ci ha pensare tanto al fatto che nella nostra vita dovremmo accettare e sfruttare tutto ciò che ci viene offerto, che sia una cosa bella o brutta, dobbiamo ringraziare per ogni giorno vissuto della nostra vita.
                                                                                                                                            Federica e Valeria
 

amicizia 8

Il primo incontro che si è svolto nel nostro laboratorio riguarda l'amicizia. L'amicizia è principalmente stare con gli altri, ma non solo: essa è composta da più fasi. La prima fase è quella della conoscenza tra due sconosciuti. Durante questa fase i due amici scoprono di avere gli stessi gusti, le stesse passioni, e scoprono di ragionare in modo simile. La seconda fase dell'amicizia è la prova della fiducia e della fedeltà del proprio amico, perchè sono due elementi essenziali dell'amicizia, senza i quali essa non può esistere.Proprio per questi due motivi, l'amicizia vera è molto rara. Però la cosa principale nell'amicizia è proprio l'amore:dire ti voglio bene ad un amico significa desiderare il bene dell'altro senza volere nulla in cambio.

La storia di due piccole compagne è un esempio d'amicizia vera, che se si ha la fortuna di trovarla non si perde più.

C'era una volta una farfalla timida e sola che si annoiava tutti i giorni. Un giorno una coccinella solare e vivace vide la farfallina dispiaciuta perchè non aveva amici. Poichè questi animali hanno degli interessi comuni e siccome l'inizio dell'amicizia si crea principalmente sulla base di passioni simili , la coccinella si avvicina alla farfalla provando a fare conoscenza. La coccinella aiuta la farfalla ad aprirsi e a fidarsi di lei, infatti il secondo step fondamentale dell'amicizia è proprio la fiducia. Esse diventarono così amiche, passando molto tempo insieme e volendo il bene reciproco l'una dell'altra.

Federica Lamorte

Francesco Romano