diario di anna frank

 Anna Frank nasce nel 1929 a Francoforte e all'età di 4 anni si trasferisce insieme alla sua famiglia ad Amsterdam. Nel 1940 i Paesi Bassi vengono invasi dall'esercito nazista che comincerà a seminare dolore e distruzione. Il 12 giugno 1942, giorno del suo tredicesimo compleanno, Anna riceve in regalo un diario, che sarà importantissimo per lei in futuro. Il 6 luglio 1942, per sfuggire ai nazisti che arrestano tutti gli ebrei, entra in clandestinità. La famiglia di Anna è composta da lei, dal padre Otto, dalla madre Edith e dalla sorella sedicenne Margot. A loro si uniscono Hermann Val Pels, socio di Otto, sua moglie Auguste e il loro figlio sedicenne Peter. Un ultimo inquilino, Fritz Pfeffer, chiude il gruppo di clandestini. L'alloggio dei fuggitivi è nascosto da una libreria mobile che ne copre l'entrata e si compone di più stanze, permettendo la convivenza di due famiglie. Anna descrive nel suo caro diario le speranze e le inquietudini dei componenti, ad esempio le lunghe notti trascorse ad ascoltare Radio Orange per avere notizie sulla guerra nel timore di venire scoperti e denunciati alle autorità. Emergono così le difficoltà quotidiane della convivenza, cui la ragazza non aveva mai pensato, come i turni per il bagno oppure i rapporti con la propria famiglia e gli altri. Anna di mese in mese diventa assai critica nei confronti della madre e avverte delle difficoltà con il padre. Margot è il personaggio che sembra più subire la "prigionia" e non fa che chiudersi in se stessa. L'unica persona con cui Anna riesce ad avere un rapporto di amicizia sincero è Peter. Gli unici svaghi per i ragazzi sono la lettura e lo studio delle materie umanistiche.

 
Il diario di Anna Frank è la raccolta in volume degli scritti di questa ragazza ebrea, momento di sfogo e di rifugio in una parte della sua vita passata a sfuggire alle persecuzioni e ai campi di concentramento nazisti. Nell'agosto 1944 i clandestini vennero scoperti, arrestati e condotti al campo di concentramento di Westerbork dove vennero divisi. Ad eccezione del padre di Anna, tutti quanti morirono all'interno dei campi di sterminio nazisti. Dopo essere stata deportata nel settembre 1944 ad Auschwitz, Anna morì di tifo a Bergen-Belsen nel febbraio o marzo del 1945. Alcuni amici di famiglia che avevano aiutato i clandestini, riuscirono a salvare gli appunti scritti in segreto da Anna, consegnandoli poi al padre che ne curò la pubblicazione avvenuta ad Amsterdam nel 1947, con il titolo originale 'Het Achterhuis' (“Il Retrocasa”). La prima edizione a stampa tenne conto sia della prima redazione originale, sia di successive rielaborazioni che Anna stessa aveva fatto non consapevole di una pubblicazione futura. Alcune pagine furono omesse perché ritenute 'inutili' dal padre. Dopo un'accoglienza iniziale piuttosto fredda, man mano che il pubblico veniva a conoscenza dei fatti della Shoah, il libro suscitò un vasto interesse ed ebbe svariate traduzioni e pubblicazioni. Esso rappresenta un'importante testimonianza delle violenze subite durante l'occupazione del Nazismo. Oggi il manoscritto è conservato nell'Istituto Nazionale degli archivi sulla Seconda Guerra Mondiale ad Amsterdam. 
 
Questo libro ha per me una grande importanza, perché fa capire a tutti cosa hanno passato queste famiglie per evitare i campi di concentramento e la morte all’interno degli stessi e da ciò si capisce fino a che punto possa spingersi l’essere umano se attaccato alla vita. Questo libro, per me, non deve essere dimenticato per evitare che l’uomo ricommetta questo grave errore.
 
Ilaria Salviulo