Favola? Non del tutto. Il Crotone è stato protagonista di una stagione a dir poco fantastica! La squadra calabrese, dopo aver rischiato la retrocessione nella scorsa stagione arrivando 17esima, è riuscita a riempire di meraviglia tutta la penisola. Gli obiettivi prestagionali erano ben diversi da quelli raggiunti e, dopo il pessimo inizio a Cagliari, dove i rossoblù hanno perso 4-0, nessuno si sarebbe aspettato tutto ciò.

Gran parte del merito per la salita dei pitagorici è stato anche dell'allenatore Juric che, con le sue idee determinanti, non si è mai dato per vinto ed ogni sua scelta è stata ripagata. La struttura di questa squadra da Oscar è stata ben preparata dalla dirigenza e dagli addetti ai lavori che hanno preso alcuni tra i migliori giovani dei vivai italiani, permettendo loro di giocare facendo tanta esperienza e di vivere questo sogno.

Tra le squadre calabresi il Crotone sarà la terza a militare nella massima serie dopo le grandi rivali Cantanzaro e Reggina.

Il pareggio di venerdì sera ha dato la matematica promozione, con tre partite d'anticipo, in città ha fatto scoppiare la festa e centinaia di tifosi si sono diretti in piazza per festeggiare questa "favola" cantando a squarciagola "A mano a mano", la melodia di un grande musicista crotonese doc scomparso a soli 30 anni, Rino Gaetano. 

Il calore del Sud rompe i giochi del mercato del calcio, le grandi soffrono e le piccole vivono la gioia... Questo è il bello del calcio! 

 

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Nei giorni scorsi, la nostra redazione è stata invitata da La Nuova TV a partecipare alla puntata del programma "Di Traverso" nella quale si sarebbe parlato di petrolio.

I nostri due giornalisti grandicelli, Caterina e Davide, si sono subito recati negli studi dell'emittente televisiva ed hanno assistito emozionati alle loro prime registrazioni televisive dal vivo. All'emozione è subito seguita però una grande attenzione ai temi discussi con la presenza di personalità importanti del panorama politico regionale e non solo, come l'assessore regionale Aldo Berlinguer, i parlamentari lucani Petrocelli, Latronico, Margiotta e Folino, il segretario regionale dei Radicali Maurizio Bolognetti e i sindaci Di Trani e Cicala, rispettivamente primi cittadini di Pisticci e di Viggiano. Ha condotto la trasmissione e moderato il dibattito Mariolina Notargiacomo. Adesso vi lasciamo direttamente alle parole dei nostri Davide e Caterina. Buona lettura!

L'appuntamento era alle 15 ma, nonostante qualche minuto di ritardo da parte nostra, siamo arrivati in studio comunque prima di tanti ospiti, dove abbiamo preso i nostri posti e sfoderato subito taccuino e penna per prendere appunti. Attimi di lavoro preparatorio intenso tra microfoni e prove audio e video. Qualche battuta da parte degli operatori per esorcizzare il momento e si parte con la sigla e due servizi, uno su aziende agroalimentari lucane che hanno in parte risentito dello scandalo petrolio e l'altro proprio su queste inchieste che hanno travolto la politica nazionale e la nostra regione con il conseguente stop alla produzione del Centro Oli di Viggiano e la messa in cassa integrazione dei dipendenti da parte dell'ENI.

Il dibattito si è fin da subito acceso con l'intervento dell'assessore Berlinguer che ha parlato delle difficoltà gestionali dell'ARPAB, l'agenzia regionale per la protezione dell'ambiente, attiva da circa vent'anni ma incapace per numeri e mezzi di occuparsi del monitoraggio ambientale del territorio interessato dai pozzi. 
La discussione si è spostata subito sulla questione energetica, dove la maggior parte delle voci si è mostrata concorde sulla necessità di correlare alle attività estrattive un'obbligatoria operazione di monitoraggio ambientale costante. Totalmente contrari all'ulteriore sfruttamento degli idrocarburi presenti nel sottosuolo lucano, il senatore del Movimento 5 stelle Petrocelli e il segretario dei Radicali Bolognetti, il quale per protesta ha abbandonato lo studio rifiutandosi di aspettare il suo intervento nonostante fosse arrivato a trasmissione già iniziata.
Il sindaco Di Trani ha tentato varie volte di spostare l'attenzione sulla questione del Tecnoparco di Pisticci, dove vengono trattati anche i reflui del Centro Oli e al problema sanitario derivante dalla constatazione della presenza, oltre la norma, di sostanze inquinanti nelle acque del Tecnoparco, ma anche dell'invaso del Pertusillo e non solo. 
Subito si è ritornati a parlare della questione energetica e del fallimento dei vari accordi tentati tra Regione, Stato e multinazionali sul petrolio e di un processo di sviluppo stroncato sul nascere per il nostro territorio. I posti di lavoro a rischio sono stati anche rilevanti nel dibattito mentre non molto spazio è stato concesso negli interventi degli ospiti al tema del Referendum di domenica scorsa.
Preferiamo non parlare dello scontro che è andato in scena tra le correnti politiche in gioco poiché non riguarda i temi del dibattito, molto più importante dei giochi interni ai partiti. 

Abbiamo provato a raccontare brevemente quelle che sono state più di due ore e mezza di trasmissione ma ora vorremmo che focalizzaste la vostra attenzione su una storia che vogliamo raccontare, quella del geologo Silvestro Lazzari, esperto notevole in materia, per più di vent'anni in regione come tecnico ed ora a guida di un'azienda lucana di monitoraggio ambientale pluripremiata a livello europeo. Il tempo che non gli è stato concesso per parlare (senza alcuna colpa della conduttrice o de La Nuova), poiché interrotto dallo scontro acceso tra altri ospiti, vogliamo concederglielo noi dopo averlo trattenuto per qualche minuto al di fuori dello studio.

Ci ha voluto fornire il suo parere da tecnico, ma anche da lucano che ha scelto di rimanere qui (nonostante, appena laureato, fosse stato assunto dall'ambasciata australiana) inventandosi un lavoro e che ha dovuto abbandonare gli ambienti regionali dopo aver denunciato il malfunzionamento del sistema; il tutto con tranquillità e col sorriso di chi crede in ciò che fa.
"Il petrolio non è annullabile come risorsa, serve molto ma va gestita degnamente. Il petrolio ha fatto la fortuna di paesi che prima del suo sfruttamento erano arretratissimi proprio perché al monitoraggio e all'intervento ambientale sono stati contemporanei gli investimenti nello sviluppo. La Basilicata si sta comportando da alleato dell'Eni e delle multinazionali, mentre dovevano essere queste ultime ad essere alleate della Basilicata. Sono stati commessi tanti, troppi errori gestionali, per corruzione ma anche per incapacità. La Regione tramite l'UNIBAS poteva istituire una facoltà di ricerca in campo petrolifero, all'avanguardia in Europa, ma lo ha dovuto fare Perugia che, con tutto il rispetto, con il petrolio non ha nulla a che fare. E' l'informazione, importantissima, a permettere di contrattare con le preparatissime multinazionali e con il principale interlocutore economico dell'Italia: l'ENI.
Invece di accontentarsi di semplici ed inutili buoni carburante, si potevano consegnare azioni dell'azienda in modo tale che il popolo lucano partecipasse agli utili e potesse avere l'opportunità di dialogare costruttivamente con l'ENI.
La mancanza di controllo ha permesso l'inquinamento dei territori, passato e anche futuro, poiché ora, con le nuove tecniche di estrazione, si adopera l'uranio impoverito e i reflui sono radioattivi. Uno sversamento nelle piane alluvionali dell'Agri e del Basento le comprometterebbe totalmente e nessun intervento salverebbe la situazione.
Abbiamo davanti un bivio: abbandoniamo questo territorio o lo rimettiamo in sesto.
Un piano di recupero ambientale, nelle condizioni in cui versa attualmente la nostra regione, darebbe lavoro a circa 50.000 persone, un numero non irrilevante. Per creare la rinascita c'è bisogno di un motore e la Regione deve occuparsi di far ripartire, soprattutto culturalmente, questa terra per non condannarla. La piccola Lucania sa presentarsi egregiamente, basta volerlo."

Ringraziamo La Nuova TV nella persona di Mariolina che ci ha permesso di partecipare al programma e di vivere questa esperienza e il dottor Lazzari per le sue preziose dichiarazioni. 
Ora sta a noi giovani riflettere e scegliere, per il bene nostro sì, ma anche per quello di una terra troppe volte svenduta e sfruttata. Non facciamoci sfruttare anche noi. Buona lettura e grazie per la pazienza! 

 

 

 

 

 

                                     

 

In molti si chiedevano che fine avesse fatto il PARMA CALCIO dopo i vari problemi finanziari che lo hanno portato al fallimento e alla retrocessione in Serie D. Ebbene sì, la squadra è riuscita a vincere il campionato con numeri a dir poco spettacolari: 

-85 punti siglati in 35 partite

-25 vittorie, 10 pareggi e nessuna sconfitta

-15 reti subìte.

Nonostante la bassa lega, i tifosi parmigiani non si sono vergognati di continuare ad andare allo stadio con una media che non si vedeva nemmeno in serie A. Soprattutto nella scorsa giornata, durante la quale la squadra emiliana ha festeggiato la sua vittoria in campionato, lo stadio Tardini si è riempito di bandiere gialloblu. È facile dire che quando si inquadra un obiettivo con tenacia non è impossibile raggiungerlo, soprattutto quando si è sostenuti e si crede insieme.

Insomma l'unione fa la forza!